ORFEO - Stanotte dormo con gli occhiali


Ali (Orfeo), pennarello, 2010
Ali (Orfeo), pennarello, 2010

Orfeo è il nome del protagonista del secondo romanzo a fumetti realizzato da Gianmarco De Chiara tra il 2009 e il 2011. Questo giovane sognatore, nonché aspirante scrittore, dopo aver perduto la sua 'Euridice' è alla ricerca di una nuova Musa che possa restituirgli quella spontaneità e quella serenità creativa che ha smarrito.

 

"La parola sueño ha, nella lingua spagnola, il duplice significato di sogno e di sonno. Orfeo è questo, un misto di sogno e sonno: lo è per chi lo legge, a cui vengono aperte le porte di un mondo reale ma onirico, addormentato, ovattato, nonostante una scrittura pungente, da un disegno dolce, e lo è stato per chi l’ha scritto in questi tre lunghi anni, scavando dentro sé stesso per riportare a galla i ricordi, i pensieri più inconsci della mente.
Orfeo, il suonatore di lira, l’incantatore, l’amante, l’artista: una delle figure più complete della mitologia greca, incompleto solo a causa di un amore svanito nelle tenebre dell’Ade, ucciso da uno sguardo che consegna Euridice alla morte eterna. Euridice che diventa fumo, Euridice sognata, desiderata, Euridice la cui mancanza viene sopperita per istanti brevi, Euridice svanita, distrutta e poi ricostruita sotto altre sembianze. C’è voluta la catarsi, la morte di Dario, la conoscenza di sé stessi e dei propri demoni, per poter ritrovare Orfeo, cambiato, finalmente unione di α e β, capace di ricostruire, di ripartire alla ricerca di Euridice, per sempre.
L’elemento onirico, l’orfico, l’infanzia, le voci sovrapposte, le impressioni, la gente, la città, i ricordi di ieri e quelli di oggi in Orfeo si mischiano, trovano un equilibrio che li rende pieni di significato, espresso, quest’ultimo, da un linguaggio che sfiora la poesia, che racconta le emozioni del cambiamento, le emozioni che accompagnano un viaggio, raccontato attraverso il disegno ma vissuto pienamente, di libertà, consapevolezza, affetti.
Ho conosciuto Gianmarco quando già Orfeo era in fase di elaborazione e ricordo i pomeriggi passati a leggere con attenzione le tavole appena inchiostrate, cosa a dir poco rara per me che non sono appassionata di fumetti. Ricordo la curiosità di conoscere il finale e poi i commenti, le domande. Ho lasciato poi la lettura di Orfeo per un periodo e al mio ritorno l’ho ritrovato completo, un libro di letteratura, poesia e sentimenti sotto forma di fumetto: una storia, quella di Orfeo, che non delude nel finale e che porta a riflettere su cose a cui, a volte, non diamo valore. Ho visto Gianmarco durante la scrittura, la sua allegrezza per la fine di «questo foglio bianco» in cui doveva solo raccontare; l’ho sentito narrare i perché, i significati, sforzarsi di rendere disegno ciò che era solo ricordo; poi l’ho visto cambiare, incontrare una nuova Euridice. E ogni volta che leggo le tavole lo rivedo lì, intento a mostrarmele, ad inchiostrarle, a scriverle. E rivedo la sua storia e la mia, perché la potenza di Orfeo è quella di essere un personaggio che appartiene a tutti coloro che sperano, rischiano, amano. La storia di un uomo, dell’uomo".

Corinna Scalet